Il Palio blocca il paese per molti giorni. Le sedi delle contrade sono luoghi in cui è impegnativo abitare vicino. I tamburini coprono ogni altro suono quando passano. Convivere con il Palio può non essere banale. Costruire le condizioni perché lo si possa fare, ogni anno, è oneroso:energie, tempo, risorse. Gli organizzatori, il Seggio e chi si presta come volontario, trascorrono ore e ore nella gestione e costruzione della manifestazione – ore sottratte alla famiglia, al riposo, alle ferie.
I contradaioli impostano larga parte della loro vita annuale in funzione del luglio (sfilata, musici, batterie....Finale!) e, di nuovo, sacrificano ore di riposo, tempo con i propri cari. I cittadini non direttamente coinvolti sopportano i disagi e le deviazioni della viabilità, ma sanno che sono i benvenuti in Piazza per le prove e le corse. L'Amministrazione Comunale sempre di più, in modo concreto e non solo per intenti, impiega risorse per questo Palio che, crescendo, diventa delicato e impegnativo ogni anno di più. Tecnici pubblici e privati studiano le normative che periodicamente escono e che regolarmente “complicano” lo scenario.
Il Presidente del Seggio e il sottoscritto non dormono sonni tranquilli per diversi giorni, consapevoli che la sicurezza di tutte e tutti è sulle loro spalle e che garantirla – come sempre è stata garantita – è un imperativo.
E dunque? Dunque perché a fronte di questi immenso, faticoso, talvolta frustrante (perché il Palio si corre in 9, ma c'è un solo vincitore, non conta il secondo...) impegno collettivo, perché a nessuno è mai venuto in mente di dire “basta”? Perché addirittura anche chi non gradisce la manifestazione in sé, la sopporta senza rimostranze (in tanti anni da Sindaco mai nessuno mi ha chiesto di “fermare tutto”)? Come è possibile che il Palio assorba così tanto da così tanti?
La risposta è la più semplice che ci sia: il Palio chiede molto, ma restituisce di più. Alimenta un fuoco fatto di passione e amore, un fuoco che dà energie infinite a chi lo sente dentro e affascina chi lo osserva da spettatore. La sua storia, le sue trame, i colori e le speranze, gli obbiettivi e il senso di comunità: tutte cose apparentemente appartenenti ad altre epoche.
La politica, ad esempio, non è più in grado di scaldare i cuori e condurre a grandi sacrifici – ne è stata capace, poi progressivamente si è raffreddata. Il Palio non fa politica, ovviamente, ma ha avuto quella capacità di accendere una luce. Di fare intravedere un orizzonte verso cui andare. Poca cosa, si dirà? Al contrario! Perché senza quella luce, senza quell'orizzonte, senza la passione che ti divora, tutto si ferma. Ingrigisce. Diventa normale, quotidiano, già visto.
E invece noi, a Bientina, grazie al Palio ne abbiamo ancora molte di cose da vedere. In fin dei contiè questa la vita: fare esperienze, farne tesoro, cercarne di nuove.
Buon Palio 2025 a tutte e tutti.
Il Sindaco
Dario Carmassi